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ITALIA CHIAMA AFRICA, AFRICA CHIAMA ITALIA L’agricoltura, veicolo di nuove relazioni e sviluppo sostenibile

ITALIA CHIAMA AFRICA, AFRICA CHIAMA ITALIA L’agricoltura, veicolo di nuove relazioni e sviluppo sostenibile

L’Italia torna al centro delle politiche mediterranee e della relazione con il continente africano.

Ben 34 Ministri degli esteri di Paesi africani hanno incontrato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel quadro della presidenza italiana del G-20. L’incontro è stato incentrato sui tre pilastri: People, Planet, Prosperity.

Nei giorni seguenti (9 – 10 ottobre) un altro fatto storico è stato organizzato dallo IABW (Italia Africa Business Week), promosso e animato da quella diaspora africana di uomini e donne divenuti cittadini italiani che oggi rappresentano un ponte culturale, politico e economico con i loro Paesi d’origine.

All’incontro hanno partecipato Ministri degli Esteri, ambasciatori, rappresentanti, imprenditori, istituzioni pubbliche e private di Etiopia, Egitto, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Costa D’Avorio, Namibia, Liberia, Madagascar, Burkina Faso, Eritrea, Mali, Ghana, Kenya e Ruanda. Molte le imprese, i professionisti e le istituzioni italiane che vi hanno preso parte.

Notevole anche la presenza di giovani e donne nei vari panel e nei momenti di riflessione sui rapporti fra Africa e l’Italia del futuro: “Noi amiamo l’Italia. Siamo nuovi italiani e membri della diaspora. Questo forum è un atto d’amore per l’Italia e per i nostri paesi in Africa”, così ha aperto il Convegno Cleophas A. Dioma, Presidente esecutivo di Italia Africa Business Week, affiancato dalla Prof.ssa Laura Mazza, Segretario Generale del Parlamento del Mediterraneo.

I Ministri presenti hanno presentato le opportunità offerte dai loro Paesi alle professioni, istituzioni e imprese italiane. Significativo è stato l’intervento del Ministro della Cooperazione Internazionale e della Promozione del Partenariato Pubblico-Privato della Repubblica del Congo, Denis-Christel Sassou Nguesso, il quale ha richiamato lo stretto legame storico fra l’Italia e il Congo ritenendo che il suo Paese, come altri, possa rappresentare una rinnovata opportunità di scambio culturale, economico e sociale, fondato su un principio di parità e di reciprocità.

Nel corso delle due giornate sono stati affrontati temi centrali, fra cui agricoltura, agroalimentare, agribusiness, energia, nuove tecnologie, cooperazione, politiche inclusive verso le donne e i giovani, formazione, tassazione, biomedicale, tessile e moda, digital media, sicurezza, start-up ad alto valore di crescita, turismo, sicurezza, business 4.0, strumenti finanziari e innovazione.

Ogni progetto di sviluppo non può prescindere dal suo riferimento principale, l’agricoltura, così come la pandemia ha fatto riscoprire anche al nostro Paese”, come ha ribadito il Presidente Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Mario Braga, “e questo è possibile in diversi modi: con progetti di coltivazione e allevamento, che pur utilizzando tecniche e tecnologie innovative, siano calati nel contesto culturale, organizzativo e gestionale del territorio; con progetti di formazione professionale che, recuperando la memoria delle nostre cattedre ambulanti, possa raggiungere e favorire l’evoluzione delle realtà agricole periferiche; e incoraggiando una filiera dell’agroalimentare che si ponga come base di un’economia circolare dei territori”.

La quinta edizione di Italia Africa dal titolo “Building back better togheter” (ricostruire meglio insieme) conferma e rafforza, pertanto, quella piattaforma ideale a servizio di tutti i soggetti pubblici e privati che intendono sviluppare una nuova dinamica di relazioni non solo diplomatiche, ma anche sociali ed economiche che l’Italia sta proponendo all’Africa.

Lo storico appuntamento, al quale a partecipato il Collegio Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, rappresenta certamente un forte richiamo ai fattori che possono promuovere processi e politiche di pacificazione e di pace.

Paolo VI alle Nazioni Unite con voce forte affermò “non più la guerra, non più la guerra. La pace deve guidare le sorti dell’intera umanità” e quella “pace” può essere costruita solo da un paziente lavoro di relazioni e di scambio che favorisca una positiva contaminazione fra le civiltà.

All’agricoltura, più di altri settori, competono questi gravosi impegni e responsabilità.

Per questo il Presidente Braga ha assicurato al responsabile di IABW, Cleophas A. Dioma, e alla Prof.ssa Mazza la possibilità di instaurare una stretta e positiva collaborazione per avviare progetti innovativi nel continente africano.

 

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