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NUOVA PAC – L’AGRICOLTURA DEVE RIPENSARSI

NUOVA PAC – L’AGRICOLTURA DEVE RIPENSARSI

Che l’agricoltura si trovi davanti ad un bivio, senza peraltro, trovarsi di fronte ai Bravi di manzoniana memoria, lo sanno in molti e lo avvertono tutti.

I nuovi mantra, alternando immagini luminose o minacciose, vengono sparsi su ogni “terreno” politico e sociale.

Sostenibilità, transizione ecologica, Green Deal europeo, Farm do Fork, PNRR, nuova PAC, sembrano politiche e slogan che dovrebbero orientare, ridefinire e favorire un diverso rapporto fra l’uomo, le attività economiche, produttive e sociali, ma tutte finalizzate a valorizzare il “territorio” e proprio per questo il principale artefice della sua gestione, l’agricoltura.

Spinte e controspinte sospinte, invece, dai diversi interessi sembrano riproporre un’arena nella quale i soggetti entrano per conquistare il proprio trofeo, piccolo o grande ch’esso sia.

Ma soprattutto un’arena nella quale qualche volta difetta lo sguardo a tutto il circo e altre, sostenute da un tifo ideologico, aggregano tenaci sostenitori di un pensiero “unico”.

I Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, avvertendo e vivendo queste contraddizioni da tempo, pur “richiamando” la politica a non trascurare il ruolo delle professioni intellettuali tecnico agricole, avvertono tutta la grave responsabilità che ogni soggetto deve prestare alla propria comunità e al proprio Paese. Da professionisti, liberi, i Periti Agrari e Periti Agrari Laureati evidenziano come occorra avere chiaro, non tanto e solamente lo strumento politico di azioni e politiche settoriali (comunque positive), caso mai sostenute da finanziamenti, investimenti, consistenti, ma occorra richiamare come “l’uomo”, quale artefice di azioni, debba recuperare la propria centralità.

Emerge così come tutte le politiche “di sostenibilità ambientale” manifestino distrazione o dimentichino che il nostro Paese ha in sé il motore dello sviluppo e delle politiche: Scuole Tecniche Agrarie, ITS e Università Agrarie, Zootecniche e il “risultato” della loro missione che sforna imprenditori, tecnici, professionisti, ricercatori, dirigenti della pubblica amministrazione o della filiera agroalimentare.

Il lavoro va trasformandosi e la transizione ecologica sembra scatenare un dibattito sulla qualità dello stesso, interrogandosi sui costi degli investimenti e facendo emergere la contraddizione fra innovare, e quindi sviluppo e applicazione di regole, e la sua vincolata graduale applicazione.

Forse ciò che manca è quel buon senso senza il quale la transizione ecologica rischia di diventare uno slogan vuoto e sterile.

Può succedere così che davanti al Ministro Patuanelli (tavolo partenariato PAC) alcuni chiedano la chiusura degli allevamenti, rei di inquinamento, responsabili di diete squilibrate, e che pertanto, chiedano il trasferimento delle risorse da questi settori ad una visione generale biologica, bucolica.

I Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, credono che i cambiamenti climatici, siano una cosa seria, che vanno affrontati con intelligenza, gradualità, capacità innovativa, e soprattutto con quel buon senso, “senso buono”, che caratterizza le intelligenze più ispirate e motivate. Forse dovremo ricordarci la pellagra o altre malattie che derivavano dalla cattiva alimentazione ovvero da un’alimentazione insufficiente per comprendere come la storia abbia utilizzato tutti gli strumenti in suo possesso per dare dignità alla vita dei propri cittadini.

Oggi siamo chiamati a produrre qualità, sicurezza e igiene alimentare applicando le migliori tecniche disponibili e immettendoci, come canali di irrigazione nel fiume delle politiche sostenibili.

Perché questo avvenga, lo ribadiamo, occorre promuovere un nuovo modello di filiera produttiva agroalimentare dove formazione, professioni, ricerca, imprese, istituzioni, società siano anelli di un’unica catena.

Registrare che 3/4 degli studenti è fuori dal contesto occupazionale coerente con il loro titolo di studio indebolisce i giovani, le famiglie e tutto il Paese, ma indebolisce soprattutto il comparto agricolo che fatica a raggiungere la maturità rimanendo sospesa fra presidio territoriale, ancoraggio sociale degli addetti anziani e obiettivi di sviluppo, crescita e ripartenza.

Ce la faremo a vivere la rivoluzione che la pandemia ci ha costretto ad affrontare? I Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, professionisti ancorati alla concreta vita delle agricolture italiane, non faranno mancare il loro “libero” pensiero, con l’augurio che le parole sentite in occasione del Forum di Enpaia, che si è tenuto il 13 settembre a Ladispoli (unità e disponibilità di tutti i soggetti rappresentativi dell’agricoltura) si tramutino in concrete e coerenti azioni.

La PAC è alle porte, applichiamola bene, applichiamola subito, applichiamola in tutto il Paese.

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