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ANCORA …. CAA

 

Torniamo ancora una volta sulla bozza di convenzione che AGEA ha trasmesso ai CAA. Un tema che ha trovato attenzione e accoglimento nei lavori delle Commissione Agricoltura del Senato e della Camera dei Deputati.

Ancora appare offuscata la motivazione che ha portato AGEA a proporre una convenzione anomala e diversa da quelle sottoscritte dalle Agenzie degli Organismi Pagatori delle Regioni e delle Province autonome di TN e BZ.

Appare ancora incomprensibile ai più quale nesso esista fra miglioramento del servizio di gestione dei CAA e servizio pubblico della erogazione dei fondi della PAC, se gestiti solo da o con personale dipendente.

Risorse certe che, soprattutto in questo periodo di pandemia, possono aiutare le imprese agricole a sopportare e superare le attuali difficoltà.

Certo è che intempestività della proposta, che determinerebbe, effetti certamente negativi su tutti i professionisti del settore agroalimentare italiano, senza peraltro razionalizzare e modernizzare il servizio, si è abbattuta su tutti i CAA, siano essi di Liberi Professionisti, oppure gestiti da società promosse dalle Organizzazioni Agricole.

E non aiutano i ripetuti guasti al SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), che abbiamo registrato anche in questi giorni, a riflettere serenamente sul modello anomalo italiano nella gestione delle risorse PAC.

I CAA, i professionisti si trovano a dover operare in diverse regioni con piattaforme e programmi diversi. Fatto che determina anche costi gestionali superiori.

Alcuni ritardi di sviluppo e di miglioramento strutturale del comparto agricolo sappiamo che vanno ricondotti ai ritardi delle erogazioni dei fondi del PSR (in alcune regioni ingenti non risorse non vengono erogati), determinando in Italia un crescente divario fra aree del Paese.

AGEA, nei suoi interventi, richiama inoltre quei 18 milioni di Euro destinati ai CAA, come fossero risorse ingenti, dimenticando che quel servizio determina in forma diretta o affiancata a erogare alle imprese agricole, in sette anni, poco meno di 40 miliardi di euro. Risorse che entrano direttamente nelle imprese agricole. Lo hanno certamente compreso alcune Regioni che ai poco meno di 17,00 euro medi a fascicolo aziendale erogati da AGEA, aggiungono un proprio contributo aggiuntivo, valorizzando i liberi professionisti in quanto soggetti qualificati che accompagnano i processi, progetti di sviluppo aziendale.

Non meno rilevante è constatare come i CAA possano operare correttamente, senza far emergere conflitti di interesse, con una destinazione per ogni ufficio di circa 5.000,00 euro medi all’anno, richiedendo la presenza di almeno due presenze.

Da professionisti, pertanto, proponiamo al Governo e al Parlamento che, vista la strategicità del ruolo svolto da AGEA, la costituzione di una Commissione, un Tavolo di Lavoro che come professionisti ci veda responsabilmente e attivamente presenti, che si addentri nel merito di un modello che va ammodernato.

Nel frattempo AGEA faccia propria la proposta di emendamento alla bozza di convenzione che l’Ordine dei Dottori agronomi e Forestali, il Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati e il Collegio degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati, supportati da tutto il sistema ordinistico italiano, RPT (Rete delle Professioni Tecniche e CUP (Comitato Unitario Professioni), hanno trasmesso dieci giorni fa.

Le migliori soluzioni emergono sempre fra soggetti che sanno ascoltarsi.