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PERITI AGRARI E PERITI AGRARI LAUREATI PROROGARE LE SCADENZE DEL MONDO AGRICOLO

Il silenzio è assordante. Si sentono solo le sirene delle autoambulanze CORRERE SULLE STRADE DESERTE. Dalla piazza in una giornata si scorgono non più di tre persone al giorno passare per portare a passeggio il cane. L’atmosfera è surreale. Il televisore trasmette attimo per attimo il bollettino di una guerra col nemico invisibile. Una guerra che abbiamo già interiorizzato.

Tutto è cambiato, tutto cambia, anche il saluto fra le persone.

E così seguendo le disposizioni del Governo anche i Periti Agrari e i Periti Agrari Laureati si rinchiudono nell’ambito dei loro luoghi familiari. Chi ha un’azienda agricola porta con se il silenzio della campagna come compagno di vita, ma chi vive nei paesi o nelle città quel silenzio lo sente penetrare come una domanda troppe volte rimossa o inevasa.

Riaffiorano, così, nella paura e nella tetra atmosfera di troppe vittime conosciute ed amiche, pensieri che ritornano al “senso” della nostra esistenza e alle scelte che contano. Scelte che per noi Periti Agrari assumono il profondo significato che qualifica la nostra esistenza e quel valore sociale che è intrinsecamente innestato nel nostro lavoro e nel “mondo” agricolo e agroalimentare che frequentiamo e che concorriamo a rendere moderno e rispondente alle esigenze di una società evoluta. Scelte che oggi si confrontano e si scontrano con una pandemia, provocata dal COVID-19, che costringe tutti gli attori della produzione alimentare a intensificare gli sforzi per garantire il sereno e forzoso isolamento di tutti i cittadini.

Il cibo non è solo nutrimento è valore qualificante la qualità della vita, ed oggi lo avvertiamo più che mai. Ma quando ci si approccia ai vincoli e ai divieti decisi dal Governo (totalmente condivisi e supportati da noi) ci accorgiamo come il nostro lavoro abbia una specificità unica nel suo genere.

Non si può essere liberi professionisti del comparto agricolo e agroalimentare eliminando la relazione fra impresa, cliente e libero professionista.

In questo contesto, tutto il lavoro svolto nella più stretta relazione con l’impresa agricola e agroalimentare d’improvviso diventa più difficile, quasi impossibile. Qualcuno propugna ed evoca lo Smart Working, come una soluzione possibile, ma purtroppo il lavoro agile, pur essendo utile ad alcuni comparti pubblici e privati, poco si addice a quel professare che ha bisogno di una stretta relazione fra professionista, imprenditore e luogo del lavoro, fra professionista e impresa.

Non si elabora un documento di Autocontrollo o un Documento Valutazione Rischi, senza visitare e verificare i luoghi, rilevare gli impianti, le attrezzature, le strumentazioni, formare il personale, e se necessario fare i rilievi ambientali e le analisi delle acque, dell’impresa alimentare.

Non si predispone un Piano di Sviluppo Agricolo senza avere la conoscenza di tutto ciò che caratterizza il funzionamento e la gestione dell’impresa agricola. Non si elabora una relazione alimentare per un allevamento di vacche da latte senza verificare lo stato degli animali, la qualità dei prodotti presenti in azienda e da acquistare, le condizioni strutturali dei ricoveri e così potremmo allungare l’elenco degli esempi all’infinito.

Chi conosce il settore agricolo e agroalimentare vive nella propria condizione giornaliera il legame che esiste fra produzione e burocrazia, quale strumento di garanzia della sicurezza e della qualità degli alimenti. La Ministra dell’Agricoltura Bellanova e tutta la struttura ministeriale conoscono molto bene queste condizioni, infatti, anche su nostra sollecitazione alcune disposizioni che rinviano alcune scadenze sono già state adottate. Per questo ci siamo permessi di sollecitare la Ministra a rinviare “tutte” le scadenze che in questi mesi coinvolgono le nostre aziende agrarie. In particolare bandi PSR, istanze AIA, controlli vari (condizionalità, certificazione qualità di filiera dei prodotti, controlli biologico, PSR), PAC, autorizzazioni per l’annualità di competenza e quelle prorogate per siccità dell’anno precedente, proroga documentazione PUA (Direttiva Nitrati), accertamenti e verifiche aziendali relative alle pratiche di cui sopra.

Nell’attuale consolidato e collaudato (forse troppo complesso) modello burocratico spostare i termini non cambierebbe assolutamente nulla, nemmeno nei confronti dei tempi previsti dai bandi europei (alcuni dei quali inadeguatamente applicati da alcune regioni). Non cambierebbe nulla anche per le garanzie dei consumatori dei cittadini. L’unica condizione che cambia è la difficoltà dei professionisti di mantenere il funzionamento dei propri uffici, senza alcuna garanzia o ammortizzatore sociale.

I Periti Agrari e Periti Agrari Laureati sono consapevoli della particolarissima gravità e della straordinaria difficoltà ad affrontare la pandemia. Lo testimoniano i numerosi colleghi che rivestono ruoli in amministrazioni comunali, provinciali, regionali e parlamentari, negli ospedali come tecnici della sicurezza, come operatori della Protezione Civile o come operatori nelle organizzazioni di volontariato. Ma questa condizione complessa e difficile può essere affrontata se il comune sentire di tutta la società si assume la responsabilità di un di più di impegno e di rigore.

Il Governo fa tutto quello che può, nelle condizioni date ed è per questo che i Periti Agrari e Periti Agrari Laureati avendo chiesto il rinvio di tutte le scadenze burocratiche del mondo agricolo e agroalimentare, per favorire la gestione di questo tempo, manifestano, al Governo, alla Protezione Civile, al Parlamento, ai Governatori delle Regioni, ai Sindaci e, soprattutto, “all’esercito” della sanità, del volontariato e delle forze dell’ordine, un grazie di cuore per l’abnegazione e l’impegno donato a ogni singolo ammalato e a ogni singolo cittadino.

Questo tempo, il nostro tempo, non lo dimenticheremo in fretta e nella nostra mente rimarranno impressi per sempre il dolore dei defunti e degli ammalati e la grande forza del nostro popolo, alto esempio per tutti i popoli europei e mondiali.

E nel 42 anniversario del rapimento di Aldo Moro e della strage della sua scorta (16 marzo 1978 Via Fani) rileggere un bravo di un suo discorso pronunciato pochi giorni prima ci aiuta a ritrovarci più forti e consapevoli: “Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà.