GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2020 “MAI PIÙÙÙÙÙÙÙ”
GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2020 “MAI PIÙÙÙÙÙÙÙ”
Confesso che sono stato combattuto se dedicare un pensiero a questa giornata, oppure astenermi, non certo per distrazione o per indifferenza ma per quell’ampio spazio che televisioni e stampa “Le” hanno riservato. Poi leggendo un quotidiano nazionale e vendendo quella scritta “Juden hier’, qui abita un ebreo”, apparsa sulla porta di Aldo Rolfi, mi sono convinto, da Presidente di una Categoria professionale, i Periti Agrari, la nostra Categoria, che il silenzio è sempre distratto e colpevole.
Questo è un tempo nel quale non si può tacere e ogni silenzio o atteggiamento minimizzante diventa colpevole. Colpevole come quei silenzi assordanti di chi sapeva e a preferito non dir nulla.
Colpevole come coloro che si ostinano a negare l’evidente, ciò che la storia ha documentato anche visivamente - i filmati degli americani e dei russi sono nella loro crudezza la testimonianza inequivocabile che conferma ogni parola che ancor oggi risuona nelle voci dei sopravvissuti; ciò che la storia ha descritto con capolavori anche letterali, ne cito solo uno “Se questo è un Uomo” di Primo levi; colpevole come chi rievoca un falso storico come i “Sette Savi” per evocare complotti mondiali degli ebrei per il governo del mondo; colpevole come le parole di chi, anche persone anziane, evocano il ventennio come periodo ordinato e di sviluppo; colpevole come le parole della politica che sulla memoria dell’olocausto ricerca i distinguo.
E tutto ciò ferisce e fa male. Un dolore che però non deve essere riposto nel pur lodevole sentimento di indignazione ma che deve trasformarsi in parte attiva, diventare protagonista di una guerra senza confini contro la barbarie e la bestia umana.
Una bestia che ha barbaramente annientato circa 15 milioni di persone, di questi più di 6 milioni di Ebrei. Un numero che supera gli attuali abitanti delle regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Emilia Romagna unite; più degli abitanti Veneto unito al Friuli e alla Lombardia. 15 milioni di persone senza distinzione di età e sesso che sono saliti per un camino, soffocati e bruciati in baracche sigillate, oppure inermi scheletri, morti fucilati, di epidemie, di fame e di stenti, seppelliti in fosse comuni. Anche il mare e il ventre della terra hanno accolto l’ultimo respiro di uomini e donne innocenti e inermi.
Possiamo tacere??? Possiamo lasciare all’instancabile e dolorosa testimonianza dei pochi superstiti dei campi di sterminio il compito di ricordare e difendere la verità??? Possiamo, indifferenti, lasciare che il tempo annacqui, sfumi la più grande tragedia della storia dell’Uomo e che a Predappio si vendano gadget che riportano le effigi di quelle “bestie” umane???
No! Io non ci sto e richiamo con forza quello spirito propulsore di con-vivenza, di co-esistenza che anima e promuovere una società civile.
Ed io non evocherò mai il ritorno o l’affermarsi di un uomo forte, ma continuerò a credere che ciascuno di noi deve lavorare per costruire una “Democrazia Forte”, l’unico vero antidoto ad impedire che in forme moderne ritornino le barbarie del passato.
Giornata della memoria??? Giornata che nel grido anche dei Cristiani: “dov’eri o mio Dio???”, ci impone di fermarci un attimo nei luoghi del nostro quotidiano per guardare negli occhi chi ci sta vicino e chiederci, insieme, se vogliamo essere testimoni di un tempo che crede nell’intimo e supremo valore dell’uomo e combattere e non alimentare l’odio dell’uomo contro un altro uomo.
È successo, si è successo, ed è successo anche in casa nostra. I Periti Agrari proprio per quell’intimo legame con la terra non solo condannano quei fatti, che non trovano la giusta dimensione nel peggior aggettivo che la lingua ci offre, che non trovano le ragioni del come si sia arrivati a prosciugare la vita di milioni di uomini, del perché oltre ad uccidere con brutalità, la bestia umana ha scientificamente messo in atto l’annientamento della dignità dell’uomo, oggi non tacciono e si offrono a baluardo del degrado civile e sociale che “diventa” alimentatore dei fascismi e dei nazismi moderni.
Non, aspettiamo, non vogliamo un uomo forte, perché non vogliamo affidare o delegare ad altri la nostra libertà. Crediamo, fortemente crediamo in una democrazia forte che irrorata dal sangue innocente di milioni di ebrei, testimoni di Geova, rom, omosessuali, russi, ucraini e bielorussi, polacchi e inermi e liberi cittadini italiani annientati come agnelli sacrificali nei trecento campi di concentramento nazisti fascisti, sia antidoto alla follia per alimentare un futuro che grida “Mai piùùùùùù”.
Mario Braga