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L’ACQUA, LA SFIDA DEL NOSTRO SECOLO

L’ACQUA, LA SFIDA DEL NOSTRO SECOLO

 

Piove e piove sul bagnato. Piove e in pochi minuti scendono dal cielo centinaia di mm d’acqua. Quantità di pioggia che si registravano in due o tre mesi. Piove, oppure non piove, e la siccità stressa ogni coltivazione, anche quelle che caratterizzano da secoli i primati di regioni come la Sicilia (soprattutto la vite).

“Piove Governo ladro”, si diceva tempo fa. Oggi si potrebbe cambiare in “piove e secco (verbo seccare) cercasi governo”.

Non intendo con questo proverbio adulterato di esprimere critiche all’attuale Governo, me ne guarderei bene, ho usato la “g” minuscola, ma comincio ad avvertire qualche fastidio nel sentire neniose litanie sulle soluzioni del problema.

Occorre innanzitutto considerare che i cambiamenti climatici sono in atto e non sono frutto di fantasiose invenzioni di qualche climatologo e accademico meteorologico e che quei fenomeni “straordinari” possiamo solo attenuarli ed in parte governarli con politiche concrete di rigenerazione del “polmone” idrico, quel polmone che abbiamo reso ansimante di cementificazione.

Sulla necessità di intervenire con azioni sulle aste dei fiumi e sul reticolo irriguo, soprattutto in quelle aree nelle quali si sono effettuate opere manutentive e di ammodernamento, nulla da eccepire, come sulla necessità di immagazzinare l’acqua delle piogge torrenziali, per utilizzarle per i vari usi nei lunghi periodi di siccità. Su questo tema ANBI ha un progetto nazionale, in parte avviato, che va solo condiviso, sostenuto e realizzato.