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PNRR, PAC INVESTIRE SULLE SCUOLE TECNICHE AGRARIE … DI PERIFERIA

Come un mantra ogni giorno sentiamo ripetere che il PNRR e la PAC rappresentano per l’Italia un nuovo e moderno piano “Marshall”.

Il Paese lo aspetta, il Governo e il Parlamento lo annunciano e cercano di promuoverne l’attuazione, rispettando i tempi imposti dall’U.E., ma richiesti da una condizione macroeconomica che soffre dei negativi influssi del conflitto Russo-ucraino e di altri focolai di instabilità in molte aree del nostro pianeta (le guerre dimenticate e oggi in parte riscoperte).

In questo contesto profondamente riformista, un ruolo importante doveva rivestire la scuola ed in particolare quella scuola tecnica che da troppo soffre di scarsa considerazione.

Poche settimane prima di sciogliersi il Governo Draghi approvò la riforma della secondaria superiore indirizzi tecnici demandando al Governo la funzione di darne attuazione con propri decreti.

Non spetta a me entrare nel merito di una riforma generata senza il coinvolgimento di quei soggetti che avrebbero dato un positivo e costruttivo contributo a generare un nuovo “modello” educativo e professionalizzante della scuola tecnica italiana e, per quel che ci riguarda direttamente, di una nuova scuola tecnica agraria.