Bandi Inail per la sicurezza: rientrano anche le macchine agricole
Bandi Inail per la sicurezza: rientrano anche le macchine agricole
Oltre 276 milioni di euro a chi investe in sicurezza. Un’opportunità, certo, ma quanto è alla portata delle aziende agricole?
Lo scorso 21 dicembre l’Inail ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale n° 296 l’avviso pubblico per gli incentivi Isi 2015 di sostegno alle imprese agricole che investono in sicurezza sul lavoro.
Le domande si possono presentare dal primo marzo 2016 fino alle ore 18 del5 maggio 2016 e tra i finanziamenti rientrano anche le macchine agricole.
I fondi a disposizione quest’anno ammontano a 276.269.986 euro assegnati a fondo perduto fino a esaurimento. Si tratta della sesta tranche del miliardo e 200 milioni stanziati dall’Inail a partire dal 2010.
I fondi, gestiti con budget regionali, sono destinati all’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, a progetti di bonifica da materiali contenenti amianto, novità 2015, e di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che includono anche l’acquisto di macchine legato a sette tipologie d’intervento: a, d, f, g, h, i, m, spiegate nella tabella sotto riportata.
Dallo scorso anno per le macchine non è consentito l’acquisto dell’usato e sono ammessi solo mezzi o attrezzature nuovi e conformi alle normative vigenti. In caso di sostituzione di un mezzo esistente in azienda, questo deve essere alienato, cioè venduto o permutato se conforme alle norme vigenti o, in caso contrario, rottamato.
Il contributo capitale ammonta al 65 per cento, al netto dell’Iva, dei costi sostenuti per la realizzazione dell’intervento ed è compreso tra un minimo di 5 mila euro (quindi l’investimento totale non dovrà essere inferiore a 7.700 euro circa) e un massimo di 130 mila euro valore, purtroppo, che per il settore agricolo scende a 23 mila euro circa per via dell’applicazione delregime “de minimis”.
Chi sono i destinatari del bando?
“Tutte le imprese, anche individuali, iscritte in Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura che al momento della presentazione della domanda non siano in stato di liquidazione e siano in regola con il Durc o documento di regolarità contributiva.
Il bando, cumulabile con benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (Ismea per esempio) non è aperto a chi abbia partecipato, andando a finanziamento, ad altri bandi Isi dell’Inail negli anni 2012, 2013, 2014 o ancora, ottenuto fondi dal Fipit, il bando emanato due anni fa per l’adeguamento dei trattori agricoli e la messa a norma di macchinari obsoleti.
Essendo le domande gestite a livello regionale, l’impresa deve inoltre configurarsi come unità produttiva nella regione per cui viene presentata la domanda”.
Quali tipologie d’intervento sono finanziabili?
“Come definito dall’allegato 1, rientrano nel bando la ristrutturazione o la modifica degli ambienti di lavoro, e quest’anno c’è anche il discorso dello smaltimento delle coperture in cemento amianto interessante per l’agricoltura, l’acquisto di macchine semoventi o attrezzature, di dispositivi per attività in ambienti confinati per esempio cisterne o tini con condizioni di aerazione particolare (la definizione di ambienti confinati è contenuta nel Dpr 177 del 2011 che fa riferimento all’allegato 4.3 del decreto 81) e, infine, l’acquisto e installazione permanente di ancoraggi.
È prevista anche l’installazione o l’adeguamento di impianti elettrici ma in tutti i casi il progetto deve essere riconducibile al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Cosa significa regime “de minimis” e quali effetti ha sul comparto agricolo?
“Si tratta di un regime che si applica agli aiuti di stato non notificati in Comunità europea. Il contributo arriva direttamente dallo Stato il quale stabilisce di concedere all’impresa, agricola in questo caso, un ammontare di contributi che nell’arco degli ultimi tre esercizi finanziari non può superare la cifra complessiva di 15 mila euro.
Se negli ultimi tre esercizi sono già andato a finanziamento con aiuti sottoposti a regime de minimis per, ammettiamo, 5 mila euro, l’Inail non potrà erogarmi più di 10 mila euro.
Il regime de minimis non è uguale per tutti i settori: per gli agricoltori vale il Regolamento europeo 1408 del 2013 che ha portato la soglia massima da 7.500 euro a 15 mila, per gli altri settori si applica il Regolamento europeo 1407/2013 che alza la soglia a 200 mila euro. Potrebbe rientrare in questa categoria chi svolge attività di contoterzi in agricoltura o attività di taglio del bosco e abbia una posizione assicurativa Inail come impresa artigiana.
In seguito alla richiesta delle associazioni di categoria è partita una procedura perché finanziamenti importanti come questi siano notificati a Bruxelles con eliminazione del regime e, su indicazioni di referenti Inail, sembrava che questo nuovo bando ne fosse esente ma, in questa prima fase, non è successo”.
Come si presenta la domanda?
“L’azienda può presentare un solo progetto tra le misure inserite che, per essere ammissibile, deve raggiungere 120 punti totali calcolati sulla base di diversi parametri tra cui anche il tipo di intervento (tabella sopra).
Per l’acquisto di macchinari è possibile presentare un intervento articolato: se vado a ridurre il rischio di movimentazione manuale dei carichi (intervento h da 75 punti – tabella sopra riportata) posso acquistare una macchina composta da più attrezzature purché connesse e finalizzate alla riduzione di uno stesso fattore di rischio.
Ogni progetto deve essere finalizzato alla riduzione di un fattore di rischio. L’acquisto di trattore o di una attrezzatura deve, ad esempio, andare a ridurre il rischio chimico, da rumore, da vibrazioni meccaniche o altro.
Fattore di rischio che deve essere riscontrabile in apposito documento di valutazione elaborato ai sensi del D.Lgs. 81 del 2008 o, per quanti non soggetti alla sua stesura, in apposita relazione sottoscritta dal titolare dell’impresa e riportante descrizione di ciclo produttivo, ambienti di lavoro, macchinari e rischi aziendali.
Il progetto, che non deve essere realizzato o in corso di realizzazione al 5 maggio 2016, può essere presentato dal primo marzo 2016 fino alle 18 del 5 maggio 2016 seguendo la procedura telematica sul sito Inail.
A questo punto ci sono due mesi di tempo per inserire il progetto che rimane modificabile fino a che non si decide di inviarlo.
Alla scadenza della dead line fissata per il 5 maggio, l’azienda dovrà richiedere un codice personale di 65 caratteri tra numeri e lettere fondamentale per partecipare al click day“.
Come funziona il click day? Quali sono gli svantaggi di questo procedimento?
“Verranno comunicati sul sito Inail un giorno e un’ora, comuni a tutto il territorio regionale, nei quali copiare e incollare il codice per l’invio telematico della domanda. La data dovrebbe essere comunicata a partire dal 19 maggio.
La prima criticità sta nel fatto che, essendo prioritario l’ordine cronologico di ricezione della domanda e visto l’elevato numero di domande, in pochi decimi di secondo i fondi a disposizione esauriscono e le aree con una connessione internet più lenta sono svantaggiate.
Il territorio da cui l’azienda invia e il tipo di rete utilizzata fanno una grande differenza e questo crea disomogeneità dei risultati. È un po’ come se uno corresse con la Ferrari e uno con la Cinquecento.
Inoltre, essendoci una graduatoria unica per tutti i settori produttivi, basta che le prime domande pervenute siano di aziende con regime de minimis di 200 mila euro per esaurire i fondi in pochi attimi.
L’Inail dal canto suo dice di non avere abbastanza tecnici per attivare un bando di queste dimensioni che basi la graduatoria sulla valutazione dei singoli progetti“.
E se si “vince” al click day?
“La graduatoria che sancisce l’ammissibilità, previa verifica amministrativa, è definita circa una settimana dopo il click day. Dalla pubblicazione della graduatoria, l’azienda ha 30 giorni di tempo per presentare i documenti accessori alla domanda iniziale.
A questo punto, l’inail ha 120 giorni per effettuare la verifica tecnica amministrativa della documentazione e richiedere eventuali integrazioni che andranno presentate dall’azienda inderogabilmente entro 20 giorni, pena la decadenza dell’ammissibilità.
In caso di parere negativo della verifica tecnica anche dopo l’integrazione della documentazione, l’azienda ha 10 giorni di tempo per chiedere il riesame della domanda“.
Fonte: Agronotizie