COSENZA LA CALABRIA CHE CREDE IN SE STESSA
COSENZA LA CALABRIA CHE CREDE IN SE STESSA
Che il convegno organizzato dal Collegio di Cosenza non fosse uno dei soliti e ripetitivi incontri lo si è capito sin dall’inizio del viaggio. Alla giuda della sua auto Dino (Lattarulo) ha imboccato l’autostrada Roma Napoli non senza essere stato in coda sui vari raccordi romani per più di mezz’ora. Ma si sa quando si è in compagnia anche le code più lunghe non sfiancano la pazienza. A fare da tom tom è Celestino (Nardone), con Dino ha appena terminato un incontro della Commissione della GSPA.
Non mollano mai.Arriviamo a Salerno che l’orologio sfiora le sei di sera. Antonio (Landi) è lì sul ciglio del raccordo autostradale di Salerno da più di un’ora (o forse un’ora) ad aspettarci. Ma anche lui non è impaziente, forse nell’attesa ha fatto le sue solite venti telefonate. Il progetto Servizio Civile è ormai vicino al traguardo.
Da qui in poi, fino a Cosenza, il dialogo cambia perché Antonio e Dino queste zone le conoscono come le loro tasche. Attraversiamo zone che sembrano essere state trapiantate da un quadro fiammingo. Pioggia, pioggia, ancora pioggia e nebbia. Vediamo sulla strada anche eburnei biancori di grandine. Il verde intenso dei boschi incontaminati si alternano a quelle pianure coltivate in piccoli appezzamenti che la rendono simile alle coperte di lana a quadretti delle nostre nonne, che oggi ritornano di moda.
Arriviamo a Cosenza (Sud), uscita dopo Cosenza Nord e ad attenderci troviamo Mario (Chiappetta) il Presidente, accompagnato dal figlio Luca. Un salto in albergo e siamo già con le gambe sotto il tavolo. Il Sud non difetta mai di ospitalità e di cuore. I sapori della cucina nostrana fanno il resto. Ma come ogni padre di famiglia che si rispetti Mario e Luca ci accompagnano a visitare di notte la loro città. Quei luoghi che sentono come la loro casa. Luoghi che di notte trasmettono il silenzio della storia.
Passiamo vicino al castello svevo e via giù verso piazza V. Tosti. Ed ancora il centro storico e finalmente il ponte di Calatrava, una di quelle opere destinate a far storia e forse a riscattare lo sviluppo della Città.La notte è breve e dopo aver visto le opere di riqualificazione urbana che abbelliscono Cosenza siamo in albergo. Domani incontreremo una pagina di storia della scuola e dell’agricoltura cosentina.
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