Acqua per irrigare il futuro
Sono le 11 esatte e Klaus Davi, un giornalista non certo estraneo ai fatti della politica italiana, introduce il Webinar organizzato dall’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue).
Il parterre dei relatori è quello delle grandi occasioni, partecipano rappresentanti del Governo, del Parlamento, dei Ministeri e delle rappresentanze delle imprese agricole.
E non poteva che essere il Presidente dell’ANBI Francesco Vincenzi (oltre ad essere un ottimo imprenditore agricolo è anche Perito Agrario, nonché accademico dei Georgofili) a introdurre non un tema ma “il” tema che sta alla base di ogni concreta e vera politica di sviluppo: “l’acqua”.
I Consorzi hanno storia, rileggere gli statuti dell’ottocento dà la misura del radicamento culturale e sociale che questi Enti hanno avuto ed hanno per l’affermarsi della civiltà italiana. I Consorzi sono il territorio perché nascono dal territorio per gestire il territorio. È un po' come scoprire come un proprietario abbia cura della propria casa più di altri. I Consorzi hanno attraversato tutte le dinamiche di sviluppo del Paese adattandosi a condizioni che spesso li penalizzava. Basterebbe pensare allo sviluppo, spesso non programmato delle città, delle aree industriali e produttive, della cementificazione selvaggia. Eppure i Consorzi hanno continuato la loro opera di tutela e garanzia dell’uso dell’acqua, forse, continuando quell’opera ispirata di bonifica realizzata dai Benedettini.
Ma la gestione delle acque per irrigazione è il tema sul quale innestare politiche di sviluppo e crescita perché da li passa una nuova visione della gestione dell’ambiente e dell’affermarsi del principio della sostenibilità. Troppo spesso evocato, decantato ma implementato con grande difficoltà.
La gestione dell’acqua, quel bene assoluto che ha reso la nostra penisola il giardino del mondo, ovviamente curato dall’intelligenza di imprenditori ispirati e capaci, oggi di fronte ai cambiamenti climatici, va ripassata e ripensata. Va ripensato quel polmone rappresentato dalle riserve e dalle dinamiche di piovosità che deve essere rigenerato.
E chi se in modo particolare può affrontare un tema così rilevante se non coloro che sono i fruitori e i custodi di quel bene. Custodi che, al di la dei finanziamenti pubblici, concorrono costantemente con proprie risorse e con una gestione diretta a garantire la qualità delle reti, della distribuzione e dell’utilizzo dell’acqua. Le parole quali “sussidiarietà”, proprio qui in questo ambito trova la sua vera e concreta applicazione.
Il Webinar ha certamente fatto emergere tutti quei punti di forza e di debolezza di politiche che in questo drammatico tempo, devono riavviare il Paese.
Coraggio, velocità, visione generale, recupero dei ritardi del Sud per accelerare anche il Nord, pur con le diverse sfaccettature, sono state le parole d’ordine di tutti gli interventi. Gli uomini di Governo come i sottosegretari Margiotta, Morassut e L’Abbate hanno richiesto anche un di più di fiducia. Vallardi, presidente della COMAGRI Senato, ha richiamato invece il principio del fare e fare in fretta. Il tempo è scaduto, politiche che arrivano in ritardo, in questa condizione faticherebbero a riavviare l’economia. L’autunno potrebbe essere una pandemia sociale ed economica.
Con toni da funzionari dello Stato (direttori del MIT, MIPAAF, MIT Ufficio Dighe) che sanno che a loro l’opinione pubblica riserva giudizi negativi, ma al tempo stesso con la consapevolezza d’essere parte di quella “burocrazia” capace, attenta, professionale e impegnata, che anche il Presidente Vincenzi ha riconosciuto, i Direttori Blasi, Catalano e Curcio hanno elencato quel patrimonio di progetti che sono già pronti per essere cantierabili, promuovendo la realizzazione di centinaia di interventi sul territorio che, oltre all’ammodernare la rete idrica, favorirebbe l’assunzione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Le voci del Presidente di Confagricoltura e del Vicepresidente della CIA, hanno riportato opinioni rafforzative sul metodo e sul modello che dovrebbe caratterizzare la tutela, il recupero, la valorizzazione e la gestione delle acque. Agricolture e acqua sono un binomio inscindibile e non solo per la qualità della vita delle imprese agricole e del popolo italiano, ma per tutte le dinamiche “alimentari” del mondo. Non dimenticare EXPO 2015 ci aiuterebbe a capire l’alto valore di quella manifestazione straordinaria.
Al Webinar non è mancato nemmeno un affondo del Direttore Gargano, vero motore di ANBI, che ha voluto evidenziare come dalla qualità dei nostri funzionari, dall’attenzione della politica (oggi presente) e dalla rete dei Consorzi possa favorire il riavvio di un concreto un grande progetto delle acque nazionale, facendo bene le piccole grandi scelte quotidiane.
Da uditori, da Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, dobbiamo riconoscere che il successo del Webinar di ANBI (riconoscenti dell’invito ricevuto), ha tracciato una strada ineludibile e irrinviabile che dovrà essere percorsa anche da una rinnovata categoria di professionisti delle acque