Anziché guardare al nuovo guardiano del mondo riflettiamo su un nuovo e più moderno modello produttivo
Anziché guardare al nuovo guardiano del mondo riflettiamo su un nuovo e più moderno modello produttivo
«Anziché guardare al nuovo guardiano del mondo riflettiamo su un nuovo e più moderno modello produttivo»
Che Trump vincesse in pochi l’avevano pronosticato. Come il Doctor Who invece, lui, è risorto dalle ceneri di sé stesso ed ora al comando del vascello statunitense sfida tutti i mari e i mali (a suo dire) del mondo intero.
Io non siedo in osservatori privilegiati nei quali, come nei migliori acquari, si vedono anche i fondali dove nuotano i pesci. Mi devo limitare pertanto a qualche considerazione che forse apparirà, come quelle espresse da molti altri, scontata.
La prima e la più semplice. Trump col trombone ha già iniziato il suo mandato dando fiato agli slogan che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale. E fin qui tutto scontato, anche il volto rassegnato di Biden.
Ma considerandomi un “frequentatore” delle cose agricole, che, come sappiamo, hanno una stretta attinenza alle sorti dell’ambiente e del pianeta, mi limito a constatare che alla sua corte sono corsi i magnati attualmente più potenti del mondo, se non altro perché posseggono, oltre alle risorse, il bene più prezioso: il governo dei social e dell’informazione.