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AL CECCHI DI PESARO LA GARA NAZIONALE DEGLI ISTITUTI TECNICI AGRARI

AL CECCHI DI PESARO LA GARA NAZIONALE DEGLI ISTITUTI TECNICI AGRARI

 

Il vincitore della gara Olivini, a dx il Preside Rossini e a sx il Prof. Torselli

Il vincitore della gara Olivini, a dx il Preside Rossini e a sx il Prof. Torselli

 

La gara nazionale degli Istituti Tecnici Agrari (Periti Agrari) che ogni anno vede circa 50 giovani (quest’anno 52) in rappresentanze delle loro scuole “sfidarsi” su prove tecnico scientifiche è unica nel suo genere. Nella consolidata e collaudata formula organizzativa nella gara, che ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nonché del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, non ci si può attardare. Prova dopo prova i giovani studenti, seguiti dai loro insegnati e dalla Commissione, devono cimentarsi e sul filo di lana dimostrare una preparazione più completa. Il vincitore non solo porta con sé un’esperienza unica, ma anche il privilegio che la sua scuola dovrà organizzare l’anno successivo.

Un impegno certamente gravoso, ma di grande soddisfazione per il Preside, i docenti, tutti i collaboratori … per tutta la scuola.

Avendo vinto nel 2023 il giovane Enrico Giovagnoli, quest’anno la gara si è “vissuta” nella straordinaria e splendida cornice dell’ITA Cecchi di Pesaro, una di quelle scuole che portano con sé la storia di Pesaro e del suo territorio. Villa Caprile con il suo giardino, un gioiello italico, si è così popolato degli studenti e dei presidi e insegnati di una cinquantina di ITA. Qui hanno potuto respirare quel profumo di profonde radici di scuola agraria che sin dal 1827, grazie alla lungimirante visione di nobili fondatori dell’Accademia Agraria in Pesaro, Antaldo Antaldi, Francesco Baldassini, Giuseppe Mamiani, Domenico Paoli e Pietro Petrucci, è diventata il terreno fertile di intere generazioni di operatori della terra che furono e sono stati protagonisti di una stagione che contribuì a far uscire dalla miseria una vasta area del distretto di Pesaro. Del resto, si sa, il Made in Italy non è frutto di incidentalità o fortuità, ma di una ispirazione operosa, mai fine a sé stessa.