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MUROLO UNA VITA PER LA SCUOLA

Che la giornata sia speciale lo si avverte sin dall’arrivo la sera prima. Una cena con tutta la famiglia e quelle “anime” organizzatrici che le parole le scandiscono come le gocce di pioggia che rende fertile la terra. I Professori, Savino e Pastore accompagnati dall’instancabile Piepoli fanno gli onori di casa, non perché ne siano i proprietari ma per il loro essere  stati ed essere compagni di Viaggio dell’Ispettore Murolo. Ciò che rende grande un uomo è la sua statura, ma soprattutto quei tralci familiari che lo rendono tronco di un solido albero.

Al mattino la sala va riempiendosi di Dirigenti, ex presidi, Periti Agrari (Presenti anche il presidente Lattarulo, Memeo presidente della BAT, l’insostituibile Vito Pinto ed altri che non conosco), studenti, insegnanti.

Gli interventi scorrono veloci ma mai banali e ne scontati. Dal saluto iniziale del Prof, Fragassi uno di quei presidi che ormai considero un “Amico” di tutti i diplomati degli ITA. Il Presidente del Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” – CRSFA di Locorotondo,  Lisi Michele, che riconosce a Murolo la paternità di un luogo della ricerca che oggi è riconosciuto in tutta Italia. E’ stata quindi la volta del Prof. Vito Savino, che forse con un po’ di ardore posso definire il degno successore di Murolo. Con il suo ITS sta trascinando la scuola agraria verso un orizzonte che ancora va definitivamente riconosciuto e diffusamente costruito. L’ho già detto, le sue non sono mai parole scontate perche sono parole soppesate e scandite con dolce fermezza. La D.ssa Lotito dirigente  generale dell’Ufficio scolastico di Bari che con poche, poche parole conferma l’essere testimone, di rappresentare di una Scuola che non dimentica e che dalla memoria di fa progetto.

La chiusura dei saluti è stata affidata al vicesindaco di Locorontodo,Vittorino Smaltino, che al Basile Caramia si è formato. Vittorino è Perito Agrario, che al Basile Caramia lavora, che al Basile Caramia aveva incontrato e conosciuto l’attività di Giusppe Murolo. Sentire le istituzioni locali vicine e attente al ruolo della Scuola Agraria fa veramente piacere. Terminati i saluti l’ottimo giornalista, il Dott. Francesco Pepe, che coordinatore e guida della mattinata ha introdotto la relazione del Dott. Acerra Ettore, dirigente del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIUR. Un residuato di presenza tecnica agraria nel MIUR. Ormai sono rimasti solo in due. Be!! Che dire!! Parliamo di agricoltura con chi l’agricoltura la osserva, forse la studia ma non l’ha incontrata nel tratto di strada che ne da forma e sostanza. Forse per questo anche a noi, come alle organizzazione professionali agricole spetta un di più di attenzione, azione e presenza. Il Dott. Acerra non si è limitato a ricordare uno dei suoi Maestri di vita e di professione, Murolo, ma dalla sua esperienza ha lucidamente tracciato quei sentieri che andranno ripercorsi per ritrovare la “Missione” educativa e formativa delle scuole agrarie. Molti aspettavano quindi Paolo De Castro Primo Vice-Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo. Lui è pugliese, ma purtroppo, si sa, questo è il tempo convulso delle candidature per il rinnovo del Parlamento Europeo e anche nel suo partito qualcuno fatica a riconoscere il grande, paziente e lungimirante lavoro da lui svolto. Ed allora la scena è stata attratta da quell’esile uomo che con Murolo in lunghe conversazioni, anche nei luoghi spesso ingrigiti del MIUR ha saputo costruire processi di concreta sperimentazione nella scuola tecnica agraria. Forte del suo ruolo di ex Direttore Generale del MIUR il Dott. Giuseppe Martinez Y Cabrera, oltre al narrare alcuni aneddoti della straordinaria e feconda collaborazione con Murolo, non ha risparmiato di richiamare tutti a comprendere la “nuova” missione della scuola che deve passare da un’educazione quantitativa ad un processo educativa qualitativo. Forse alla scuola manca proprio un qualcuno che come il direttore Martinez pensi alla scuola.

I ricordi segnano nel profondo i nostri sentimenti. Non sono quindi mancati momenti di commozione che hanno segnato i volti del Prof. Piero Maffeis uno di quei presidi che confermano la regola che la storia la fanno gli uomini. Bargnano, l’Istituto professionale per l’agricoltura, è stato sotto la sua direzione uno degli esempi di formazione di operatori che si sono affermati nel comparto dell’agricoltura e del verde. Del Prof. Pastore “il” Preside di Locorotondo non dirò nulla, non per scortesia ma perché confido che ci onori di poter pubblicare il suo intervento. Locorotondo era la seconda “famiglia” di Giuseppe Murolo e lui ne è stato un Amico e un compagno di viaggio.

Vinciguerra, ex Preside dell’Istituto Professionale di Catania non ha potuto essere presente ma le sue poetiche, sentite e profonde parole le ha affidate alla lettura della sua lettera a Maurizio, il figlio agronomo di Giuseppe..

E per  volgere al termine della giornata della memoria gli interventi sono stati affidati a tre esponenti dell’editoria e del giornalismo tecnico agrario. Il Dott. Manzoni già direttore editoriale Edagricole, il Dott. Ivano Valmori di Agro Notizie e il Dott. Agr. Ugolini Domenico della REDA edizioni. Tutti e tre hanno ricordato quanto intensa e profonda sia stato l’opera editoriale e le pubblicazioni di Giuseppe Murolo. Chi si avvicina alla scuola agraria trova nella sua opera dei riferimenti ineludibili della viticoltura italiana, dell’enologia, del processi professionalizzanti, della storia della scuola. Anche il loro racconto era intriso di aneddoti, di quei piccoli fatti che per la qualità della loro espressione rimangono a nostra insaputa scolpiti nel nostro animo, e per questo diventano eterni.

E per finire il Basile Caramia ha inteso dedicare a Giuseppe Murolo la biblioteca, forse il simbolo più importante di una memoria che rimarrà viva nel tempo. La biblioteca era l’alimento del suo pensiero che frequentava con assiduità e passione. La biblioteca era il luogo del suo arricchimento permanente per trasmettere ai giovani e a tutta l’agricoltura italiana una grande e eredità dalla quale ripartire per ridare ancora speranza alla nostra agricoltura e al nostro Paese.

Che bella giornata! Che grande giornata!

 

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