PAOLO VI SANTO

PAOLO VI SANTO

 

 

Il Santo Padre, Papa Francesco, ha annunciato che Papa Polo VI sarà Santo. Scherzando Papa Francesco ha detto: “Benedetto e io, in lista d’attesa: pregate per noi”.

Rileggendo la storia del secolo breve non è difficile leggere la santità dei Papi che l’hanno attraversato. Ancor viva è la memoria della rurale, raffinata e lungimirante santità di Giovanni XXIII. Così come ancor riecheggia quel grido di Santo Subito che da san Pietro saliva  verso quel vangelo, posto sulla bara di legno grezzo, che il vento leggeva. Ma Paolo VI°, con quel suo muoversi fra la storia dei principi della Chiesa e il nuovo cammino dei Pastori e dei Maestri, rappresenta un’altra dimensione della santità. Una Santità Paolina, appunto. Una santità che dal nuovo Concilio Vaticano II ha spalancato le porte della Storia ad una nuova incarnazione. I luoghi delle contraddizioni della teologia, i sentieri dei lavori, le sofferenze che si elevano da una società industriale e sviluppata, le nuove povertà e le età dimenticate e marginalizzate, il grido elevato nella sede dell’ONU: “Mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità”. Ed ancora vivo è il Suo grido di dolore di fronte alla tragica fine dell’Amico Aldo Moro: “E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, do quest’Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla Fede nel Cristo, che è la risurrezione e la vita. Per Lui, per lui. Signore Ascoltaci”.

Ma le sue parole, sempre riposte in quel grembo di fedeltà alla Croce, alla Risurrezione e alla Vergine, sono state scolpite nella storia dell’uomo. Hanno lasciato tracce indelebili in intere generazioni di uomini e donne impegnate nella carità della società sia essa politica, sindacale, sociale, familiare. L’Umanesimo integrale si è fatto carne sotto la Sua instancabile guida. Così come le sue encicliche non hanno avuto paura di sfidare gli inganni del laicismo e le incursioni sulla sacralità della vita e della dignità dell’uomo. Il Giorno della sua santificazione lo ricorderemo per le Sue doti e le sue virtù straordinarie, ma la memoria dovrà recuperare quella santità del Suo messaggio profetico che si pone in continuità con San Paolo e i dottori della Chiesa. San Paolo VI° si porrà in quel tracciato della storia della Chiesa che va oltre il tempo vissuto. Che pone la “Parola” dentro l’Uomo per innalzarlo alla vetta di sacro. La Sua opera Omnia, sconosciuta ai più, conosciuta ai Pietro della Chiesa, come granelli di grano cadrà nei prossimi anni e secoli come fecondo alimento dell’Eternità della nostra Fede.

Paolo VI° Santo? Paolo VI° dottore della Chiesa: “Non è vano il programma del nostro essere di redenti: la nostra carne risorgerà, la nostra vita sarà eterna! Oh! Che la nostra fede pareggi fin d’ora questa promessa realtà”…

E se devo condurmi alla fine di questa breve riflessione rileggo le prime brevi note del Suo testamento e ne colgo la grandezza: “Fisso lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di Cristo, che solo la rischiara; e perciò con umile e serena fiducia. Avverto la verità, che per me si è sempre riflessa sulla vita presente da questo mistero, e benedico il vincitore della morte per averne fugate le tenebre e svelata la luce. Dinanzi perciò alla morte, la totale definitivo distacco dalla vita presente, sento il dovere di celebrare il dono, la fortuna, la bellezza, il destino di questa stessa fugace esistenza: Signore, Ti ringrazio che mi hai chiamato alla vita, ed ancor più, facendomi cristiano, mi hai rigenerato e destinato alla pienezza della Vita”.