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Imprese e Diritto d’Autore nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: come l’AI Act, rivoluziona l’Europa

Imprese e Diritto d’Autore nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: come l’AI Act, rivoluziona l’Europa

FONTE: MEDIADUEMILA di AMERICO BAZZOFFIA

 

Imprese e diritti d’autore

L’AI Act, il regolamento europeo 1689/2024, è stato ufficialmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 12 luglio 2024, segnando una svolta nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA) a livello globale in quanto questa norma si applica a tutte le aziende europee ma anche a quelle che semplicemente operano in Europa. Questa normativa introduce un quadro giuridico uniforme per lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso dei sistemi di IA nell’Unione, con un’attenzione particolare alla protezione dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone e alla promozione di un mercato unico europeo per l’IA.

E’ dunque più che lecito chiedersi: quali sono gli obblighi per le aziende che l’AI Act prevede?

Le aziende che utilizzano sistemi di IA sono soggette a diverse categorie di obblighi, che variano in base al livello di rischio associato ai sistemi stessi. Il regolamento suddivide i sistemi di IA in quattro livelli di rischio: minimo, limitato, alto e inaccettabile. Ad esempio, i sistemi considerati ad alto rischio devono soddisfare requisiti stringenti in termini di trasparenza, gestione del rischio e controllo umano.
In particolare le aziende devono:

  • ottenere certificazioni per dimostrare la conformità ai requisiti di sicurezza e affidabilità (artt. 8-10).
  • essere chiari sull’uso dei sistemi di IA (principio di Trasparenza), informando utenti e dipendenti su come e perché vengono utilizzati (art. 13).
  • garantire che l’uso dell’IA sia sempre soggetto a supervisione umana, per mantenere un approccio umanocentrico (artt. 14-15).
Inoltre il regolamento vieta alcune pratiche considerate pericolose
  • La manipolazione cognitiva e social scoring.
  • L’uso dell’IA per la polizia predittiva basata sulla profilazione.
  • La creazione di database di riconoscimento facciale tramite scraping non autorizzato di immagini da internet (art. 5)​​​​.
L’AI Act introduce anche norme specifiche per la gestione del copyright nei contenuti generati o utilizzati dai sistemi di IA

Le principali previsioni includono:

  • Le aziende devono assicurarsi di avere le licenze appropriate per qualsiasi contenuto protetto da copyright utilizzato dai loro sistemi di IA. L’utilizzo non autorizzato può portare a sanzioni severe (art. 28).
  • I testi e le immagini generate da sistemi di IA possono essere soggetti a copyright, a patto che rispettino determinati requisiti di originalità e creatività. Gli autori (o le aziende) devono registrare tali opere per ottenere la protezione legale (art. 29).
  • Le violazioni delle norme sul copyright possono comportare sanzioni amministrative fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato mondiale totale annuo dell’impresa trasgressore (artt. 99-100)​​​​.
Il 1° agosto 2024 inizia la nuova era

L’AI Act entrerà in vigore il 1° agosto 2024, con la piena applicabilità delle norme prevista per il 2 agosto 2026. Alcune disposizioni, come quelle relative alle pratiche vietate e alla gestione del rischio, saranno applicabili già a partire dal 2 febbraio 2025​​​​.In sintesi, l’AI Act rappresenta un passo significativo verso una regolamentazione più rigorosa e consapevole dell’intelligenza artificiale, ponendo l’accento sulla sicurezza, la trasparenza e il rispetto dei diritti fondamentali, mentre fornisce un quadro chiaro anche per la gestione del copyright dei contenuti generati o utilizzati dai sistemi di IA.

Diritto d’Autore e IA: materiali protetti e da proteggere

Il primo punto da considerare riguarda il rapporto tra le IA e i materiali visivi (illustrazioni, foto, immagini) e testuali (libri, articoli, etc.) protetti da diritto d’autore. L’AI Act come abbimao già accennato introduce nuove regole per l’utilizzo di contenuti protetti, ponendo particolare attenzione sulla necessità di ottenere autorizzazioni adeguate per l’impiego di tali materiali.

Questa regolamentazione si applica a diverse applicazioni dell’IA, inclusi i sistemi di generazione di immagini e testi che utilizzano opere protette per l’addestramento e la produzione di nuovi contenuti.

Secondo l’AI Act, le aziende che sviluppano o utilizzano IA devono garantire che i materiali usati siano autorizzati dai titolari dei diritti. Questo implica che le IA non possono utilizzare liberamente opere protette senza il consenso dei creatori o dei detentori dei diritti. La violazione di questa norma può portare a sanzioni significative, volte a tutelare i diritti degli autori e a promuovere un uso responsabile delle tecnologie IA.

Tech Law Journal

Come sottolinea John Smith in un articolo su “Tech Law Journal“, “L’AI Act rappresenta un passo fondamentale nella protezione dei diritti degli autori nell’era digitale, garantendo che l’intelligenza artificiale non venga usata per sfruttare indebitamente opere protette“. Un altro punto di vista interessante è offerto da Maria Rossi, esperta di diritto digitale, che su “Legal Insights” afferma: “Questa normativa è essenziale per bilanciare l’innovazione tecnologica con il rispetto dei diritti degli autori, assicurando che l’IA possa evolvere senza compromettere la proprietà intellettuale“.

Questione complessa e ancora in fase di definizione in Italia, è invece la possibilità di applicare un copyright a immagini e testi creati da AI. L’AI Act offre alcune indicazioni importanti, anche se non una normativa definita e una univoca interpretazione. Secondo la normativa, le opere generate da sistemi di IA possono essere tutelate dal diritto d’autore a condizione che vi sia un apporto creativo significativo da parte di un essere umano. Questo significa che le opere interamente create da IA senza intervento umano non possono essere coperte da copyright.
L’evoluzione tecnologica e l’uso crescente dell’intelligenza artificiale (IA) hanno sollevato interrogativi cruciali sulla protezione del diritto d’autore per le opere prodotte da questi sistemi. Con l’avvento di modelli generativi come ChatGPT, DALL-E e MidJourney, che creano contenuti nuovi con minimo intervento umano, emergono sfide significative nel campo del copyright.
l cuore della questione riguarda se le opere prodotte dall’IA possano essere tutelate dal diritto d’autore e, in tal caso, chi detiene i diritti ?
In Italia, la Cassazione ha affrontato questa tematica con l’ordinanza 1107 del 9 gennaio 2023, affermando che le opere create con l’ausilio di software sono protette da copyright, purché ci sia un significativo contributo umano nel processo creativo. La corte ha sottolineato l’importanza di valutare caso per caso il tasso di creatività umana presente nell’opera, anche se generata dall’IA​​​​. Negli Stati Uniti, il Copyright Office ha chiarito, il 10 marzo 2023, che le opere protette devono essere frutto della creatività umana. Tuttavia, ha riconosciuto che gli strumenti tecnologici, inclusi i sistemi di IA, possono essere parte del processo creativo. Nonostante ciò, il 21 febbraio 2023, ha negato la registrazione delle immagini del fumetto “Zarya of the Dawn”. Il fumetto era stato create prevalentemente con l’IA MidJourney. E quindi  preminente era  l’apporto del sistema di IA rispetto all’intervento umano​​​​.
In Cina, la giurisprudenza ha mostrato un approccio più flessibile. Nel caso Tencent v. Yingxun del 2019, un articolo generato da un sistema di IA è stato ritenuto proteggibile. Infatti è stato riconosciuto il ruolo determinante del team umano nella selezione e disposizione dei dati inseriti, nonché nell’impostazione del sistema​​.
In contrasto – e da tenere in debita considerazione – ordinamenti giuridici di paesi come Spagna, Germania e Brasile escludono la tutela del diritto d’autore per opere create senza intervento umano. La Corte di giustizia europea, nel caso Infopaq International contro Danske Dagbaldes Forening, ha stabilito che l’originalità di un’opera deve riflettere una creazione intellettuale propria dell’autore umano​​.
Infine, in paesi come il Regno Unito, la legislazione riconosce come proteggibili le opere generate da sistemi di IA senza intervento umano, attribuendo i diritti d’autore al soggetto che ha fornito le disposizioni necessarie per la creazione dell’opera​​​​.
Questa diversità di approcci sottolinea la necessità di un quadro giuridico internazionale più armonizzato che possa garantire la protezione adeguata delle opere generate da IA, tutelando al contempo gli incentivi all’innovazione e la creatività umana.

Cosa succede in Italia

In Italia, il Codice della Proprietà Industriale italiano potrebbe essere aggiornato per riflettere queste nuove disposizioni, garantendo una protezione adeguata alle opere co-create da IA e umani. Tuttavia, resta fondamentale il ruolo dell’autore umano, che deve fornire un contributo creativo riconoscibile per rendere l’opera tutelabile.
Secondo un articolo su “Diritto e Tecnologia”, “La protezione delle opere generate da IA richiede un equilibrio tra riconoscimento dell’innovazione e tutela della creatività umana. L’AI Act fornisce una base normativa importante, ma saranno necessarie ulteriori specificazioni a livello nazionale”. Giorgio Bianchi, avvocato specializzato in proprietà intellettuale, osserva su “La Voce del Diritto“: “Le opere co-create da IA e umani rappresentano una nuova frontiera per il diritto d’autore, e l’Italia dovrà adattarsi rapidamente per offrire una protezione efficace e coerente“.

L’AI Act del 2024 rappresenta dunque una svolta significativa nella regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale in Europa. Sono importanti le implicazioni per il diritto d’autore. Di fatto la normativa mira a proteggere i materiali visivi e testuali esistenti, assicurando che le IA non possano utilizzarli senza autorizzazione. Lo scopo è  definire le pur minime condizioni per la tutela delle opere generate da sistemi di intelligenza artificiale. Sebbene la legislazione offra una base solida, sarà essenziale un continuo adattamento delle normative nazionali. Tutto ciò serve per affrontare le sfide e le opportunità future nel campo della creatività digitale.